Presentazione delle Edizioni Iris di Dolores
Turchi
Via antica di Atzara
(Nu)
«L’Unione Sarda», 20 novembre 2004, Cultura,
p. 17
Scaffale. Il panorama sardo
si è arricchito di una nuova casa editrice di Oliena
Se la Sardegna è vista dai giapponesi
Nei saggi multilingue della Iris l'isola secondo gli stranieri
di Gianni Pititu
Atzara. Casa
padronale ferita. Sembra invocare
un aiuto.
Casa antica
abbandonata a se stessa. Sedilo (OR)
Image of old house abandoned. Sedilo (OR).
Sardinia
Il panorama editoriale nuorese si è arricchito
di una nuova casa editrice. Si chiama Iris, è nata da appena un anno ma
ha già al suo attivo quattro volumi di spessore, che la pongono ai
vertici dell'autorevolezza e del prestigio. A volere fortemente quest'impresa
culturale, che in Barbagia, come sempre per ogni iniziativa, ha
incontrato e incontra ostacoli di ogni natura, è stata una donna.
Dolores Turchi, apprezzata studiosa di tradizioni popolari, ha lanciato
da Oliena una sfida con se stessa. «Non ho mai pensato di disturbare
chicchessia, di recare intralcio agli altri - dice oggi che Iris è già
affermata, - ho soltanto voluto realizzare un mio antico hobby, quello
di pubblicare un giorno le opere pregevoli, quei libri validi,
soprattutto di giovani autori e di studiosi, che altrimenti sarebbero
stati trascurati, dimenticati».
Antico
mulino.
Sarule (Nu)
Oh, com'era
delicato il glicine fiorito a primavera sul muro del
vecchio mulino!
Case antiche in
rovina. Sedilo (OR)
Photos of ancient
houses in ruins. Sardinia
I saggi Per ora il campo di attività di quella che l'ideatrice chiama «una
piccola, piccolissima casa editrice» è ristretto (si fa per dire) alla
saggistica e alla narrativa. Ma con una peculiarità: i testi sono
tradotti in più lingue. Il primo volume di saggistica (tutti e tre
quelli editi sinora sono di autori stranieri) è stato La Sardegna vista
dai giapponesi, con testo in giapponese, inglese, italiano e sardo. Si
parla di architettura popolare, di vita quotidiana, di feste. Un volume
ricco di spunti pregevoli, una accurata e stimolante ricerca curata da Hidenobu Jinnai, docente alla Hosei University di Tokio, dipartimento di
Architettura. «I giapponesi - afferma Turchi - poco si interessano alla
Sardegna turistica, quella patinata delle coste. Sono invece attratti
dalla Sardegna che tentiamo di nascondere: le casette dei nostri paesi,
ad esempio, coi cortiletti dove si ricoverava il bestiame e si
raccoglievano i prodotti della terra. E scoprono con stupore palazzi,
piazzette, scorci caratteristici che noi purtroppo trascuriamo».
Panorama di
Porto Cervo.
Costa
Smeralda
Chiesa Stella
Maris a Porto Cervo. Vi si conserva la Mater Dolorosa,
una tela di El
Greco, ex voto della baronessa Bentinck
Che luce in
quella chiesa,
e che poesia
Testi plurilingue Quanto alla produzione plurilingue, la Turchi non ha dubbi:
«Un'operazione - rileva - che reputo valida linguisticamente oltre che
come novità (non ho voluto sin da subito ricalcare quanto gli altri
fanno), anche come mezzo per dare dignità alla lingua sarda». Sono
seguiti gli altri due saggi: Lingua e cultura sarda, atti del convegno
internazionale di linguistica sarda svoltosi a Oliena nel marzo del 2003
per commemorare il grande Max Leopold Wagner. Poi Violante Carros,
contessa di Quirra, un'opera presentata in tre lingue (catalano,
italiano e sardo), frutto di un'appassionata ricerca della studiosa
spagnola Maria-Mercè Costa. Uno studio storico-biografico, rigorosamente
basato sui documenti conservati nell'Archivio della Corona d'Aragona,
che rievoca (e per molti versi svela) la vita travagliata di questa
sfortunata nobildonna e la realtà della Sardegna giudicale.
Narrativa Per l'esordio della collana di
narrativa è stato scelto il romanzo di un giovane nuorese, Giuseppe
Pili, che con Il ventre della sposa bambina ha esordito con
successo. Un libro che, pur segnalato al "Deledda", era stato rifiutato
da altri editori. Dolores Turchi invece ha creduto in questo scrittore:
«Ha le doti - dice con convinzione - necessarie per continuare bene. La
mia casa editrice è nata proprio per scoprire e valorizzare nuovi
talenti. Molti sanno scrivere ma non riescono a trovare un editore. Del
resto, un libro autoedito non ha senso».
L'editrice Una coraggiosa iniziativa tutta barbaricina (redazione a Oliena, stampa
a Nuoro) sorta dopo un'attesa di anni. Ora Dolores Turchi, in pensione
da insegnante, ha tutto il tempo da dedicare a quest'impresa: «Non penso
certo di arricchirmi - dice - ma solo di rivalutare le tradizioni,
l'etnologia sarde. Una connotazione che ritengo necessaria innanzitutto
perché è nei miei cromosomi la cultura sarda, poi per dare una
specificità alla casa editrice, infine per non ricalcare le idee già
esistenti, un'operazione quest'ultima che sarebbe fallimentare in
partenza».
La linea I libri editi da Iris avranno di conseguenza sempre, come etichetta, il
riferimento diretto alla Sardegna e alle cose sarde. Una costante che
vale non solo per la saggistica ma anche per la narrativa. Numerose le
pubblicazioni in cantiere: «Le proposte fioccano, ma bisogna valutarle
con attenzione. Almeno per ora, comunque, non saranno presi in
considerazione i libri di poesie e, anche in futuro, quelli a sfondo
polemico». Nella sua nuova veste di responsabile di una casa editrice,
Dolores Turchi ha le idee chiare. Conosciuta per il suo impegno anche
nella pubblicazione semestrale di una pregevole e ormai affermata
rivista, Sardegna Mediterranea, che offre un notevole contributo alla
diffusione della cultura sarda, forte di molte amicizie letterarie anche
all'estero, può far leva su una tenace determinazione e sulla linearità,
che si è prefissa, del percorso da seguire. «A volte le idee vengono
così - ammette - senza disegni preordinati. Basta in qualche caso una
battuta». Il plurilinguismo, contrassegno della casa editrice Iris, è
arrivato così. Il resto è nelle mani di chi ha sempre coltivato la
cultura e le tradizioni popolari della Sardegna, garanzia della più
cristallina delle identità.
Alcune opere di Dolores
Turchi edite da Newton&Compton: